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Gruppi terapeutici per familiari di alcolisti

Caratteristiche del gruppo

Il gruppo è aperto nel senso che si concorda l'ingresso e l'uscita dal gruppo. Il gruppo per familiari è rivolto a genitori e coniugi con una triplice funzione: informativa, di sostegno e di stimolo al cambiamento. L'uscita non avviene mai in modo netto: è un distacco concordato che prevede la possibile reimmissione.

E’ composto da 8-10 persone che condividono uno stesso problema.

Gli incontri sono tematici: si parla quasi esclusivamente di dipendenza. Le tematiche affrontate generalmente comprendono: la vita quotidiana a contatto con una persona alcol-dipendente, la gestione dell’aggressività, i conflitti di coppia e la coodipendenza del familiare nel mantenimento del sintomo.

La durata è di 1 ora e 30 minuti con una cadenza quindicinale.

Se all'interno del gruppo qualcuno ha bisogno di un supporto viene concordato un appuntamento individuale, i cui contenuti  non vengono riportati al gruppo se non per una specifica necessità.

Modalità di conduzione

L'intervento è stato elaborato a partire dai tre principi base della terapia familiare del modello di Milano: ipotizzazione, circolarità e neutralità. Il conduttore è parte del gruppo e svolge la sua funzione in modo non direttivo, bensì come facilitatore della comunicazione alternando momenti informativi con momenti di ipotizzazione e verifica delle soluzioni sperimentate dai familiari per affrontare il problema dell'alcol-dipendenza.

Il terapeuta assume la funzione di coordinatore. I partecipanti si inseriscono introducendo le loro esperienze e facendo ipotesi. In qualsiasi seduta si esprime ciò che si sente. I componenti del gruppo dicono come si sentono in relazione a quanto raccontato dall'altro, imparano ad ascoltare, a stare in contatto con sé, con la propria sanità e patologia, ed imparano ad entrare in contatto con l'altro più che con il proprio problema. Il terapeuta, raccolte le informazioni, fa una ristrutturazione. Il gruppo si conclude cercando di dare una risposta. Il terapeuta aiuta tutti a rispettare il sentire degli altri.

Obiettivi del gruppo

Si cerca di sviluppare nel gruppo modalità attive di apprendimento. Non vi è nessuna forzatura nel cercare di cambiare la persona dipendente, ma sicuramente quello di aiutare/supportare nel cambiamento il familiare.

Nel gruppo si cerca di fornire a ciascuno gli strumenti per gestire le emozioni, aiutandolo ad occuparsi più di sé e di controllare meno l'altro. Si tratta di micro-obiettivi (star meglio con sé, riflettere su se stessi nel sistema e sulla propria presenza nella relazione). L'obiettivo può dirsi raggiunto quando i partecipanti al gruppo cominciano a fare ipotesi, a mettersi nei panni del dipendente o dei familiari. Lo sviluppo dell'apprendimento avviene da subito, nel senso che i nuovi entrati imparano da chi è già nel gruppo. I partecipanti al gruppo sono co-terapeuti: esperti del problema e dei sintomi parlano spesso di soluzioni in termini pragmatici, fanno anche ipotesi di possibili soluzioni a partire da una realtà simile. La funzione del gruppo è quella di sperimentare le risposte degli altri su di sé, nel senso che vedendoti, il gruppo ti aiuta a vederti.

 

Gruppi terapeutici per familiari con pazienti psichiatrici

Sin dagli anni '40 in Europa e negli Stati Uniti, psichiatri e psicanalisti rivolsero l’attenzione agli effetti esercitati dalla famiglia sul paziente con malattie psichiatriche. Diversi studi rilevarono che il contesto familiare in cui i pazienti vivevano poteva ostacolare o favorire la loro guarigione. L’attenzione fu quindi volta al Clima Emotivo Familiare e ai fattori che potevano intervenire su di esso, modificandolo e favorendo la riduzione delle recidive. I primi interventi attuati a questo scopo assunsero di connotati di approcci psicoeducativi (psychoeducational) (Anderson, Reiss e Hogarty, 1986) e comportamentali (Falloon, Boyd e McGill, 1984) con caratteristiche di base ben definite.  Le famiglie lamentavano scarsa comprensione dei propri bisogni e del carico che derivava dal prendersi cura di una persona psichicamente malata, e una carenza di informazioni sulla malattia.

A chi è rivolto

ai familiari di pazienti caratterizzati da:

diagnosi di: schizofrenia, disturbi dello spettro schizofrenico e disturbi di personalità

Obiettivi dell'intervento 

L’intervento  ha l’obiettivo di:

  • comprendere la  patologia del congiunto malato (caratteristiche e sintomi della malattia; intervento volto a evitare di colpevolizzare il soggetto malato e a ricondurre alcuni suoi comportamenti devianti alla presenza della malattia e non a una 'mancanza di volontà' da parte dell’individuo stesso).
  • fornire ai familiari maggiori strumenti per il riconoscimento e la gestione del    momento di riacutizzazione della patologia.
  • colmare le lacune sulla malattia, e sulle strategie di cura.
  • il riconoscimento dei sintomi prodromici.
  • la gestione della crisi.